TERAMO – "La presidenza della Teramo Ambiente non sarà un ottavo assessorato". Dice di ripeterlo da quando si è insediato, Gianguido D’Alberto ed è tornato a dirlo ieri, di fronte alle pressanti richieste di giocare al toto-nomina al vertice della partecipata. Si sa che il nome non uscirà prima del 27 maggio: lunedì prossimo è infatti fissata l’assemblea dei soci che dovrà prendere atto della revoca di Pietro Bozzelli e della designazione del nuovo componente del Cda di nomina pubblica. Ma se da un lato il sindaco potrebbe trovare il nuovo presidente, dall’altro potrebbe doversi preparare a un contenzioso complesso con quello uscente. Bozzelli infatti è pronto ad impugnare la sua revoca dalla presidenza.
I curricula giunti al protocollo del Comune sono circa tre decine, la metà dei quali depositati proprio nell’ultima giorno di lunedì, in prossimità della scadenza dell’avviso. Si conoscono alcuni nomi noti, ma appena una dozzina sarebbero teramani. Il sindaco anche ieri ha ribadito di non aver avuto la foga di conoscere chi ha chiesto di partecipare alla selezione per curricula, anche perchè dice di aver tempo e che la scelta sarà molto ponderata.
Il sindaco assicura che sarebbe designato qualcuno vicino alla politica "soltanto se ricomprendesse in sè tutti i requisiti che ho più volte elencato, dalla competenza, alla professionalità, all’esperienza tecnica della gestione di una partecipata". Non è una decisione facile viste le ‘pressioni’ che suo malgrado ha, anche perchè nella coalizione c’è qualcuno che scalpita per avere un segno di riconoscenza per la vittoria elettorale.
Ma l’assemblea di lunedì prossimo potrebbe non essere risolutiva per chiudere il capitolo del divorzio, traumatico, con il presidente che per quasi tre anni e mezzo ha guidato la partecipata dell’era Brucchi. Bozzelli non ha gradito il decreto di revoca, nella sostanza e nella forma. Forse proprio quest’ultima potrebbe essere risultata più indigesta del dover lasciare la presidenza. Profili di particolare sensibilità, dalla privacy alle valutazioni personali, sarebbero ritenute lesive della reputazione dell’ingegnere nucleare teramano. Ma il ricorso potrebbe vertere innanzitutto sull’infondatezza della giusta causa. Una grana, dunque, che però potrebbe stimolare sul fronte opposto un ricorso all’azione di responsabilità da parte del Comune.